Misteri imperiali by Davis Lindsey

Misteri imperiali by Davis Lindsey

autore:Davis Lindsey
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: Giallo Storico
ISBN: 9788856501148
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2009-11-08T23:00:00+00:00


XLVI

Arrivati alla casa, Elena aveva di nuovo l’aria sofferente. Normalmente sprizzava salute da tutti i pori, per cui il suo malore preoccupava me tanto quanto era evidente che imbarazzava lei.

Volli rimanere con lei fino a che non fu adeguatamente sistemata su un divano all’ombra di un lungo porticato con un vassoio carico di infuso di borragine bollente.

Mentre aspettavo che il lieve trambusto causato dal nostro arrivo si placasse, mi comportai come un qualunque ospite. Elena mandò via gli schiavi. Le sedetti accanto sorseggiando l’infuso da una tazza che reggevo con due dita come una qualunque persona rispettabile. (Se non è troppo forte, l’infuso di borragine mi piace abbastanza.)

Quando la mia lingua fu più o meno tutta bruciacchiata, posai la tazza e mi stirai guardandomi intorno. Di Marcello non c’era traccia e si vedevano pochi servitori. I soliti giardinieri rastrellavano intorno a un folto cespuglio di mimosa. Le loro teste erano chine su di esso. Dall’interno si sentiva una donna che puliva accompagnandosi con canzoni stridule. Versai altro infuso attraverso un colino a punta per sua signoria e rimasi in piedi accanto a lei come se stessi solo guardando la lenta spirale di vapore…

La grande casa sembrava rilassata e tranquilla. Persone normali che si affaccendavano intorno alle loro normali occupazioni.

Sfiorai lievemente la spalla di Elena e mi incamminai per conto mio come un uomo timido che si allontana per un bisogno fisiologico.

L’allenatore dei cavalli da corsa aveva risvegliato il mio interesse.

Presi a vagare intorno agli edifici sperando di incontrarlo. Le stalle si trovavano sulla sinistra guardando verso il mare. C’era una vecchia scuderia per i muli da trasporto e i carri e un edificio più grande, costruito circa cinque anni prima, che portava i segni di recenti attività. Grazie all’abilità accumulata durante un’intera vita, riuscii a intrufolarmi dentro senza essere visto.

Non c’era dubbio che quello era il luogo in cui Pertinace e Barnaba avevano tenuto i loro purosangue. La stalla conteneva una di quelle statuette equestri in argento che avevo visto a Roma a casa di Pertinace. La maggior parte dello stallaggio era vuota adesso, probabilmente dalla morte di Pertinace, ma i due cavalli che avevo visto prima sudavano con soddisfazione uno di fianco all’altro. Erano appena stati strigliati da uno stalliere nerboruto, che adesso stava ramazzando il passaggio tra le due file.

“Salve!” gridai come se fosse normale che mi trovassi lì. L’uomo si appoggiò alla sua ramazza e mi guardò furbescamente.

Mi avvicinai ai due cavalli fingendomi interessato. “Sono questi i due cavalli che Azio Pertinace teneva a Roma?”

Io detesto i cavalli. Possono calpestarti, schiacciarti o possono disarcionarti rompendoti le gambe e incrinandoti le costole.

Se offri loro una ghiottoneria, ti divorano le dita. Li tratto con la stessa cautela che uso per le aragoste, le vespe e le donne che si considerano atlete in campo sessuale. I cavalli, come queste altre specie, possono morderti in modo fastidioso.

Uno era proprio bello. Aveva qualcosa di davvero speciale: persino io ero in grado di dirlo. Uno stallone scuro con il collo fiero e lo sguardo acceso.



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